I mercati finanziari settembre 2017.

By | 10 Ottobre 2017

Mese molto positivo per i mercati azionari supportati dai dati economici provenienti dalle principali economie e dalla costante espansione degli indicatori di redditività delle aziende. Alcune stime indicano come tasso possibile di crescita mondiale del PIL al 3,4%; il più veloce dal 2010.

Nello specifico segnaliamo:

  1. La terza stima del PIL USA per il secondo trimestre alzata al 3,1% con un nuovo minimo storico per il tasso di disoccupazione al 4,2% , una crescita del tasso di partecipazione della forza lavoro al 63,1% ed una forte crescita della remunerazione oraria al 2,9% anno su anno;
  2. In Europa la crescita sta riprendendo forza come segnalano dall’aumento degli investimenti delle aziende e del credito al settore privato. Cresce l’attesa per la riunione BCE del 26 Ottobre dove si attendono dettagli sull’eventuale ancorché probabile tapering;
  3. In Giappone la crescita si mantiene molto al di sopra del suo livello potenziale (stimato allo 0,8%) nonostante le revisioni al ribasso al 2,5% grazie all’ingente piano di stimoli monetari e fiscali che hanno prodotto un miglioramento dei profitti e degli investimenti delle aziende. Il mercato del lavoro continua a mostrarsi estremamente solido con l’offerta di lavoro che si conferma la più forte da oltre dieci anni mentre il tasso di disoccupazione si mantiene stabile al minimo storico del 2,8%;
  4. Per i mercati emergenti continua il miglioramento con Brasile e Russia che confermano l’uscita dalla recessione e la Cina che cresce meglio di quanto atteso. L’indebolimento del Dollaro americano, la ripresa delle materie prime abbinate alla fiducia dei consumatori e ad un tasso di inflazione aggregato del 3% su base annua, ai minimi dagli anni 1970, potrebbe stimolare alcune banche centrali a proseguire i tagli dei tassi e stimolare la crescita.

A livello regionale (in valuta locale) spiccano la Germania con il 6,2%, Francia con il 4,9%, Italia con il 4,5% ed il Giappone con il 4,4%. L’unica borsa europea a chiudere in negativo è quella londinese sulla quale continuano a pesare le incertezze della Brexit che hanno anche spinto l’agenzia di rating Moody’s a tagliare il rating della Gran Bretagna.

I mercati obbligazionari Investment Grade continuano a soffrire con le perdite più consistenti per i titoli con scadenze superiori ai 10 anni. L’indice globale in valuta locale è sceso dello 0,9%.

Particolarmente appesantito il mercato dei titoli di stato tedeschi che arretra dello 0,8%. In controtendenza il mercato portoghese grazie alla revisione al rialzo del merito di credito del paese da parte di Standard & Poor che permette di rientrare nel mercato Investment Grade dopo oltre 5 anni. Arretrano anche i mercati corporate americano ed europeo.

I fattori che hanno supportato i mercati azionari hanno spinto anche i mercati obbligazionari meno solvibili come il mercato High Yield che, in aggregato, è cresciuto dell 0,8% in valuta locale.

Per quanto riguarda i movimenti delle valute è da segnalare che: all’aumentare delle probabilità di rialzo dei tassi da parte della FED nel meeting di Dicembre supportato dai dati economici e dalle rinnovate aspettative per una riforma fiscale da parte dell’amministrazione Trump, il Dollaro ha invertito il suo trend ribassista guadagnando terreno rispetto tutte le principali valute. Il possibili rialzo dei tassi UK ha spinto la Sterlina che avanza del 4,7% sull’Euro.

Molto positivo il mese per il petrolio che avanza del 9,4% (WTI) e 7,4% (Brent) in dollari.