Benvenuto 2016

By | 22 Gennaio 2016

PrevisioniLa tradizione vuole che si passino le prime settimane a leggere le previsioni per l’anno a venire. Che si parli di sport, astrologia, economia o finanza è difficile resistere alla tentazione di sbirciare nel nostro futuro.

Ma cosa troviamo in queste congetture di cosi interessante?

L’unica certezza è che molte di queste previsioni saranno sbagliate mentre solamente qualcuna sarà esatta. Sfortunatamente nessuno sa quali ed in quale categoria siano, a priori, quelle corrette.

Questo 2016 dal punto di vista economico finanziario sembra essere ancora più enigmatico del solito. Quanto renderanno le azioni quest’anno? e le obbligazioni? Sembra una semplice domanda da porre soprattutto a chi, valutando i mercati finanziari, ci vive. Ti spiego perché proprio così non è.
Abbiamo già visto quanto sia difficile per i gestori mantenere nel tempo standard elevati di rendimento; vediamo oggi di verificare la qualità degli analisti o strategist delle più grandi banche e società di investimento a Wall Street.

Riassumo quanto riportato dall’articolo: The blind forecaster che ho avuto la fortuna di leggere.

L’idea è quella di confrontare la media storica dei rendimenti dello Standard & Poor 500, che è pari al 9% annuo, con le previsioni e verificare chi, a posteriori, più si sia avvicinato alla realtà per capire se sia vantaggioso investire il proprio tempo in queste  letture o sia meglio chiedere conforto alla statistica.
Dal grafico successivo possiamo già verificare le differenze tra quanto mediamente previsto (barra blu) e quanto poi accaduto (barra rossa) nei rispettivi anni dal 2000 al 2014.

Previsioni

E’ immediato notare che mai è stato pronosticato un anno negativo e che le differenze tra le previsioni annuali è solo una questione di aspettative di rendimento. Hanno calcolato che le previsioni si discostano dalla realtà del 14,7% all’anno mentre il rendimento medio storico si scosta mediamente del 14,1% all’anno.

Perché continuiamo a seguire le previsioni così spesso errate e non ci affidiamo ai dati storici?

Probabilmente crediamo che la finanza e l’economia siano scienze come la matematica o la fisica; pensiamo possano essere misurate con precisione e che là fuori ci sia qualcuno capace di leggere, interpretare i numeri e risponderci esattamente dove sarà il mercato al 31/12.
La finanza è, invece, molto più vicina alla sociologia: guidata da persone irrazionali, eterogenee, emotive, vendicative, ingenue ed ormonali.

In gran parte vogliamo credere che la certezza è possibile ed è molto più confortante l’idea che qualcuno là fuori abbia la sfera di cristallo che noi non abbiamo ancora trovato piuttosto che credere che i mercati siano intrinsecamente disordinati ed impauriti.

Cerchiamo un capro espiatorio perché non c’è cosa peggiore che sbagliarsi e non avere con chi prendersela. Seguiamo le tesi a conferma delle nostre idee come ben studiato dalla Finanza Comportamentale.

Staccarsi, arretrare e cercare una visione di insieme deve essere il proposito per questo 2016.
Concentrarci sui nostri reali obiettivi di vita: la casa, gli studi, la tranquillità della famiglia che vogliamo raggiungere fissando molto bene, per le risorse, i parametri di rischio/oscillazione coerenti con i tempi previsti e verificare, con la probabilità e la statistica, le reali possibilità di centrare l’obiettivo.

Tutto questo è andare ben oltre la semplice adeguatezza del portafoglio prevista intervista MiFID di routine.

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