I mercati finanziari in luglio 2017

By | 8 Agosto 2017

Il mese di luglio per i mercati azionari è positivo senza però considerare l’effetto cambio. E’ proprio il cambio del Dollaro americano, a mio parere, il catalizzatore di questo mese. La dinamica dei prezzi negli USA, che apre alla possibilità di una pausa nel rialzo dei tassi della Fed, i dubbi sempre più consistenti sulla capacità dell’amministrazione nell’applicare quanto promesso nella campagna elettorale ed il russiagate, sono alla base del deprezzamento del Dollaro USA. Se a questo sommiamo i risultati delle trimestrali dove su più della metà delle aziende quotate quasi 3/4 hanno superato le attese, non possiamo stupirci se il mercato USA sia cresciuto del 2% in valuta locale. Anche l’Europa è cresciuta grazie soprattutto agli ingenti flussi in ingresso con punte in Austria, Belgio e Italia e flessioni in Irlanda, Germania e Francia. Nel pacifico troviamo un timido Giappone a cui si contrappongono Hong Kong e Singapore. Grazie proprio al dollaro brillano i paesi emergenti con la Cina al 9%, Sud Africa 7,6%, India 6,9% e Russia 5,8% sempre in valuta locale.

Sale ancora il rapporto prezzo/utili per il mercato azionario americano dove, è opportuno ricordare che in questi mesi, la volatilità ha toccato punti di minimo toccati prima dello scoppia della bolla immobiliare nel 2007.

Mese più complesso per i mercati obbligazionari Investment grade grazie all’incertezza sulle prossime mosse delle banche centrali. Nel suo complesso il mercato obbligazionario globale è sceso dell’1,63%. Da ricordare il ritorno della Grecia sul mercato dei capitali. Positiva la performance dei titoli corporate americani (0,7% in dollari) ed europei 0,8%.

La bassa oscillazione dei mercati azionari favoriscono anche le obbligazioni più rischiose come conseguenza di una maggiore propensione al rischio degli investitori. Le emissioni ad alto rendimento americane hanno guadagnato in valuta locale l’1,2% mentre le Europee lo 0,9%. Le emissioni europee beneficiano del miglioramento del clima economico e la crescita limitata del loro debito ne riduce la rischiosità. Consistente è stata la crescita delle emissioni governative dei paesi emergenti in valuta locale che consolidano il loro anno raggiungendo il +12%.

L’indebolimento del dollaro spinge al rialzo anche le materie prime che guadagnano nel mese il 2,3% in dollari USA.