Benvenuto 2017

By | 24 Gennaio 2017

Anche quest’anno, come tutti si aspettano, questo periodo si è riempito di innumerevoli previsioni che tutti si sentono in dovere di fare. Non mi ricordo nessuno che abbia iniziato le sue ragionate e condivisibili analisi presentando quanto si sia o meno verificato rispetto a quello previsto all’inizio del 2016.

Se pubblicassi il post dello scorso anno modificando le date, qualcuno se ne sarebbe accorto?

I contenuti pubblicati sono assolutamente ancora validi.

Anche quest’anno non abbiamo trovato il nostro infallibile oracolo ma siamo nuovamente caduti nella trappola di leggere più previsioni possibili e farci un opinione. Ciò nonostante ci sono molte cose nuove ed importanti che ci preparano ad una nuova e particolarmente enigmatica annata.

Quasi ogni report prevede una crescita economica moderata ma costante minata però da innumerevoli incognite.

Una politica americana senza precedenti; una guerra delle valute o tra blocchi nel commercio mondiale; il cambio di guardia alla Fed americana; la Brexit porta il Regno Unito in recessione; le elezioni olandesi, francesi, tedesche ed italiane; Le Pen sale e Merkel scende; l’euro ritorna in discussione; i rendimenti dei Tresuries americani salgono mentre quelli dei periferici europei si impennano repentinamente; i mercati emergenti schiacciati dal dollaro forte e dai bassi prezzi delle commodities; scoppio di una bolla speculativa in Cina; svalutazione del renminbi; banche centrali con politiche opposte.

Tutto può succedere!

Le ambizioni della nuova amministrazione e del congresso americani sono enormi. Abbiamo visto i primi atti ma vista la complessità dei problemi e degli interessi toccati è possibile che molte delle riforme si riveleranno più lunghe e faticose di quanto si possa pensare oggi.

L’Europa sta traendo vantaggio della debolezza dell’Euro ma sarebbe controproducente un dollaro troppo forte.

Tra i rischi l’ Italia ha un posto rilevante. Siamo il terzo Pil europeo ed anche quello che cresce meno; il secondo debito/Pil europeo; una situazione politica dall’estero indecifrabile e delle riforme incompiute forse ormai già dimenticate. Anche nel 2017 saremo il primo emittente di titoli in Europa circa 260 miliardi di Euro e dovremo sborsare 214 miliardi per i titoli in scadenza e 47 miliardi per interessi.

Quale e se uno di questi rischi si manifesterà e quanto oscilleranno le quotazioni è impossibile da prevedere ma qualche certezze c’è e su queste è opportuno costruire le proprie strategie.

Il segreto per essere dei buoni investitori è focalizzarsi sulla gestione dei rischi ed essere ben preparati alle cattive notizie.

In questo contesto così mutevole l’azionario è indispensabile per la redditività considerando quanto offre l’obbligazionario ma mantenere un livello di riserva alto per approfittare delle oscillazioni è quanto mai opportuno.

La storia del 2016 è l’ennesima conferma di quanto sia scarsa la visibilità sul futuro, sempre e comunque. Anche per questo sembrano troppo euforiche le tesi di chi parla di un intero 2017 positivo per dollaro e borse e pesantemente negativo per le obbligazioni.